“L’ARENA” Quotidiano di Verona 24 Novembre 2004
Presentato al Circolo Ufficiali in Castel Vecchio dalla Fidapa di Verona Centro, dalla collaboratrice del quotidiano l’ Arena Liliana Tedeschi poetessa e critico d’arte, il libri “Amelia“ (Ed.Del grifo) di Maria Concetta Cataldo, già Presidente Nazionale Fidapa di Commissione Arte e Cultura. Una progressiva ascesa all’innamoramento intellettuale, filosofico, umano, passionale, “ in una metamorfosi dell’io” come annota la prefazione di Gino Pisanò, affondata in una meravigliosa ambientazione naturale dove affiora anche il Mito. A presentare il vasto curriculum della Cataldo che spazia dalla laurea in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma alla laurea in Filosofia al Baccalaureato e Saggi e Licenza in Scienze delle religioni all’Università del Laterano in Roma , la Presidente della Sez. Fidapa di Verona Centro Irma Sica Ternullo. Nella lettura del testo ha affiancato Liliana Tedeschi il giornalista attore Giannantonio Andreolli, gradito ritorno presso la Fidapa di cui è stato spesso ospite per le sue peculiarità teatrali – da prove veronesi al Teatro Accademico Dell’Università statale di Roma – nonché poeta e critico con appassionate letture di grandi poeti da Montale a Prevert a Barbarani. Questo incontro è stato organizzato da Adriana Ferrarese socia del sodalizio. Liliana tedeschi ha sottolineato, nella raffinata visione-ricordo della vicenda tra lr due protagoniste Silvia Maino e Amelia Murri la presenza così attuale di luoghi deputati alla cultura, al privilegio della poesia, all’astrazione del bello in tutte le sue estrinsecazioni. Così some l’amore viene vissuto e narrato attraverso questo incontro sulla più vasta tematica dell’assoluto, dell’amore nelle generazioni, o nei rapidi spesso dolorosi mutamenti globali. Senza tralasciare il segno inconfondibile della scelta personale a livello inconscio. I nove capitoli sono scanditi oltre che da un periodo di Cicerone, da versi introduttivi di poeti come Montale,Neruda, Vaugham, in sintonia perfetta con lo svolgimento spesso filosofico. Un cammino ideale dall’antichissimo al moderno, percorso così difficile dell’amore che non sembra – come vogliono i tempi – così mutato nella sua struttura più profonda, nel suo insistere illogico alla ricerca quasi ossessiva di una felicità perduta. O mai raggiunta. In questo senso la Cataldo diventa maestra di vita attraverso quella sacralità dello scrivere che rivendica come fatto determinante. “ Il momento creativo”, “ L’atto sacro dello scrivere”. E così “il sipario d’ombra” termini cari alla Cataldo che ch si occupa anche di testi teatrali.L’irrompere della fatalità con la tragica morte di Amelia, il terrorismo, la guerra del Kossovo hanno permesso non solo una serie di domande ha cui ha partecipato anche il pubblico in sala, ma la chiusura letta da Andreolli di una delle più belle pagine del libro. La rivolta del dolore e le inquietanti domande al crocifisso.. Concluso con il funerale – che è comunque uno dei classici del di tutti i teatri e di molti libri – che si chiude con Shakespeare: le parole di Orazio sul corpo di Amleto “ Buona notte, amabile principe c che sciami d’angeli cullino cantando il tuo sonno”
Per L’ARENA Quotidiano di Verona