“AMELIA” Edizioni Del Grifo – Lecce.
Finalista nel 2010 al Premio Nabokov. Recensito in “Ritratti” Ed.Terra degli Ulivi da A.Benemeglio e da Annalisa Bari in “L’Osservatorio”
“Ciascuno di noi – rispose Amelia – ha dei simulacri davanti ai quali fa scendere un sipario d’ombra che li ricacci nei luoghi appartati di una non memoria, così che dileguino per sempre. Il mito rappresenta, nella sua forma espressiva, la genuina concezione del mondo propria dell’umanità primitiva; la veste esteriore dei simboli originari racchiude le eterne verità”.
È, questo, uno dei tanti nuclei semantici che costellano la prima (e già matura) opera narrativa di Maria Concetta Cataldo, ossia un breve romanzo o racconto lungo costruito sul filo della memoria dipanato dalla voce narrante in struttura autodiegetica, ma, di fatto, dialogo neoplatonico a due voci, dove l’una (quella dell’autore implicito) appartiene, nella finzione letteraria, al sosia dell’autrice (Silvia), l’altra a una figura femminile (Amelia) che rappresenta il vero epicentro del tessuto ideologico e dell’intreccio.
(dalla Prefazione di Gino Pisanò)