“UN VOLTO DAL TEMPO – Il ritorno di Diamante” Edizioni Giuseppe Laterza. Bari
Un dipinto di Francesca Mele è il motivo ispiratore della vicenda narrata in queste pagine: un bellissimo volto di donna intorno al quale sembra aleggiare un mistero.
L’autrice, che casualmente ne incontra lo sguardo, è sedotta e turbata dal suo fascino sottile e penetrante e dalla forte sensazione di essere in presenza di una figura vitale, pulsante, che appartiene ad un tempo sospeso, remoto, lacerata da un dolore acuto, definitivo.
“La donna misteriosa emana un sottile calore, come un ribollire nascosto, un ardore pronto a divampare; dietro la superficie dei suoi lineamenti sembra vivere e respirare”.
Chi è mai questa donna che ha il potere di provocare tanto turbamento?
Non resta che indagare… cercare una sia pur sottile prova della sua eventuale esistenza passata o presente nella vita reale.
Un triste quanto imprevisto evento consente, a chi scrive, di scoprire la vera identità della donna del dipinto: è Aurora Maglione, uccisa in Calabria a ventisette anni e dunque scomparsa da sedici. Ci si addentra quindi in una storia perversa e torbida di amore e di morte dove padroni, succubi, carnefici e vittime svolgono un ruolo precipitando come se si fosse inclinata la brocca della loro anima.
Il romanzo pone infine due importanti enigmi: chi e per quale turpe motivo ha voluto spegnere quella giovane vita? Quale mistero ha consentito la coincidenza temporale tra la creazione di quel volto sulla tela e la morte di Aurora?
La soluzione del primo enigma è lasciata all’intuito del lettore; mentre il secondo, che impregna l’intera ossatura del romanzo, per la sua complessità, spinge l’autrice a chiedere l’ausilio del pensiero filosofico greco e della antica saggezza Vedica.
In copertina:
Untiled, FRANCESCA MELE
2005 (olio su yuta)