Intervista di Maria Paola Porcelli a Maria Concetta Cataldo sul romanzo “Amelia” Gazzetta del Mezzogiorno del 24 Febbraio 2004.
Amelia è una delle due donne i cui sguardi e le cui mani si intrecciano e si specchiano nel particolare della Primavera di Botticelli, in copertina. Amelia è l’altra parte di ogni donna. Amori assoluti. Mari in tempesta. Specchi di speranza su cui arrampicarsi ogni giorno, aliti di un’altra vita,femminile che soffiano addosso per un solo istante. “AMELIA” Ed: Del Grifo – Lecce con una prefazione di Gino Pisanò (docente di storia delle biblioteche presso l’Ateneo di Lecce) è la prima pubblicazione di Maria Concetta Cataldo, stufi filosofici, baccellierato e licenza in Scienza delle Religioni all’Università del Laterano in Roma, già Responsabile Nazionale per la cultura presso la FIDAPA ( Federazione Nazionale Donne Arti Professioni Affari). Il volume sarà presentato a Bari mercoledì 10 marzo al DolceAmaro Caffè D’Arte con la lettura di alcuni brani dell’attrice leccese Carla Guido e nel prossimo Maggio ad Anacapri a Villa San Michele, la villa di Axel Munthe con la relazione della Presidentessa Nazionale della Fidapa la Barese Proff.ssa Maria Concetta Piacente.
Abbiamo incontrato l’autrice.
Il filo conduttore del suo romanzo è l’arte e le sue possibili maternità. Di una maternità immortale.Di come una donna possa far nascere l’origine di un eros senza confini in un’altra donna. Un libro fifficile. Una provocazione?
E’ un invito all’introspezione personale. Ad approfondire il tema dello sdoppiamento delle nostre personalità. Ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, il sogno. E’ una sfida ad andare contro corrente insieme al lettore verso una profondità insolita. A porsi le stesse domande che io mi pongo e pongo ad Amelia.
Chi è Amelia?
Per Silvia Amelia è un paradigma. Silvia beve da Amelia l’essenza di quello che lei stessa vorrebbe essere.
C’è un innamoramento?
C’è l’innamoramento di due anime. Un innamoramento che nasce da un gioco di specchi . E nasce nella scrittrice Silvia verso uno specchio in cui si riflette se stessa e il suo sogno: Amelia. Nella realtà del romanzo due personaggi: la scrittrice positivista e quella che invece insegna ad osservare al di la dell’immediatezza un altro mondo magico, importante.
Anche nel momento del dolore, quando Silvia piange per la more di Amelia?
Ma Amelia non muore continua a vivere forte nell’interiorità della Silvia scrittrice: Amelia muore fisicamente perché ha esaurito la sua funzione, ha immesso Silvia in quel mondo nella forza dell’eros. Silvia è come rinata.
Ci sono attimi della nostra esistenza, lei scrive, che i sembra di vivere in’altra vita…
E’ il momento in cui compiamo il famoso salto oltre l’abisso, verso l dimensione di questo amore universale nel quale il nostro pensiero, anche dopo la morte rimane eterno e ha la possibilità di entrare in contatto con coloro che ci hanno preceduto.
Si può definire il suo un libro religioso?
Nel senso che il libro tenta di approfondire il tema della sacralità del pensiero.
Maria Paola Porcelli