Salerno 17 – 03 – 2014
“mi apparve il volto di una giovane donna bruna dall’ovale perfetto e dai tratti decisi ma amabili. Aveva labbra carnose appena schiuse e lungi capelli neri, uno sguardo diretto e intrigante”. Questa donna stupenda e misteriosa, dal volto affascinante è Diamante, la protagonista del nuovo libro della scrittrice MARIA CONCETTA CATALDO : “ Un volto dal tempo . Il ritorno di Diamante”, edito da Giuseppe Laterza che è stato presentato lunedì sera al Circolo Canottieri IRNO di Salerno, durante l’incontro organizzato dalla Associazione FIDAPA Sez. di Salerno presieduta dalla Prof.ssa Luisa Fiore. Ha presentato con grande competenza e ed entusiasmo il l’opera la Proff.ssa Clara Guarino la quale ha evidenziato che: “Il romanzo che va inteso come una profonda immersione in un mondo psicologico di sentimenti,ha tratto origine da una attenta percezione della realtà contemporanea: L’autrice è oltre che narratrice, anche compartecipe, parte del dramma,spettatrice di passioni altrui.” Un romanzo misterioso e intrigante, quello della Cataldo, che è anche socia della Sez. Fidapa di Lecce, che dice “ E’ stato ispirato dal un dipinto della famosa pittrice Francesca Mele, dal quale rimasi subito affascinata dopo averlo visto in casa di un amico esperto d’arte. Mi chiedevo cosa avesse di tanto particolare quel ritratto da catturare la mia curiosità. Dal testo: “ Il fascino di quel volto accese in me l’immediato desiderio di scrivere della donna del dipinto……la pittrice aveva reso immortale la sua immagine, io desideravo rendere duratura negli anni la sua vita , l’anima”- L’autrice quasi per caso, a Cosenza al funerale di una cara amica si imbatte nella foto della donna del dipinto apposta sulla lapide di una ricca cappella, la cappaella della famiglia Maglione e dopo alcune ricerche scopre che quella giovane donna, il cui vero nome è Aurora Maglione, è stata vittima a solo ventisette anni,di un femminicidio: “ Fu trovata uccisa in un bosco presso alcune rocce non lontano dalla sua villa.” L’autrice dopo aver analizzato profondamente io profili dei maggiori protagonisti del romanzo lascia aperta ogni possibilità sul perché e su chi abbia potuto e voluto spegnere quella giovane vita e dice : “Ho maturato l’idea di affidare ad altri, ossia a chi leggerà queste pagine la soluzione dell’enigma”. Mentre rimane misterioso il come sia stato possibile la coincidenza temporale tra la creazione del dipinto sulla tela, la morte di Aurora e la scrittura del romanzo. E conclude : “La mia Diamante era apparsa nel pensiero dell’artista, fulgente e composta ma ardente di desiderio di vita e nostalgica di quel mondo che le era stato tolto. La figura del dipinto e quanto di lei ho scritto, sono elementi vivi che avvicinano al mistero e danno agli artisti la forza di partecipare ad essi assumendo così un ruolo di mediazione tra la materia e lo spirito, tra natura e cultura,tra il conscio e l’inconscio”.Tutto l’uditorio ha ammirato stupite il bellissimo dipinto di Francesca Mele raffigurante l’affascinante volto di Aurora Maglione che s su un cavalletto , celato da un drappo,l’autrice ha infine scoperto.