Chi è Maria Concetta Cataldo

Maria Concetta Cataldo“Avevo circa nove anni quando mio padre m’intratteneva nella sua vasta biblioteca raccontandomi la bellezza della cultura, il fascino del sapere e tante altre storie scritte in quei libri, zeppi sugli scaffali, che io guardavo meravigliata e curiosa di tutto ciò che ancora ignoravo.Talvolta mi permetteva di sfogliarne alcuni così che io potessi sentire l‘odore della carta stampata, spesso vecchia e mi abituassi a quella strana sensazione che deriva dalla scoperta di un titolo, di una figura, di una frase. Ricordo ancora oggi il mio stupore misto a timore nel guardare le illustrazioni apocalittiche di Gustave Dorè nella Divina Commedia. Poi un giorno mi disse: “Ricorda che il sapere ti consente di vedere con gli occhi della mente ciò che altri, privi di questo amore, non vedranno mai”. Quella frase s’incise indelebile nel cuore e divenne poi la linea guida della mia vita: era in sintesi l’elogio e l’indicazione della supremazia della conoscenza sull’ignoranza, della seduzione intellettuale sulla pigrizia mentale. Ho seguito la via indicatami della sua saggezza perché forti erano già in me le premesse al richiamo dell’incanto della conoscenza. La Laurea in Giurisprudenza presso l’Università la Sapienza di Roma pur conseguita con entusiasmo e la dimestichezza con i codici non riuscirono ad appagare le esigenze del mio pensiero riflessivo e speculativo per cui decisi di trovare un alveo più vero e consono alla mia ricerca di senso. Ho percorso il lungo cammino del pensiero filosofico e teologico conseguendo il Baccalaureato in Teologia e la Licenza in Scienze della Religione presso la Pontificia Università del Laterano in Roma. Qui l’esegesi dei testi sacri del Cristianesimo, la conoscenza delle altre grandi religioni monoteiste, lo studio delle filosofie e delle religioni orientali ha sollecitato il mio pensiero verso le origini dell’esperienza del sacro nell’uomo. Ho scoperto l’unità profonda e indivisibile della storia dello spirito umano; e questa coscienza dell’unità della storia spirituale dell’umanità ha posto nella mia mente un punto fermo: è impossibile immaginare che la coscienza possa manifestarsi senza conferire un significato agli impulsi e alle esperienze dell’uomo e la coscienza di un mondo reale e dotato di significato è intimamente legata alla scoperta del sacro. Mediante l’esperienza del sacro lo spirito umano ha colto la differenza tra ciò che si rivela reale, potente ricco e dotato di significato, e ciò che è privo di queste qualità: il flusso caotico delle cose, la loro apparizione e la scomparsa fortuita e vuota di significato. In sintesi ha colto la differenza tra l’eterno e il caduco. Dunque il “ sacro” è un elemento nella struttura della coscienza, e non uno stadio nella storia della coscienza stessa. Da questo ho poi seguito a ritroso il percorso della storia del pensiero speculativo metafisico alla ricerca della verità. Mi sono accorta che quel cammino segue la medesima strada della storia religiosa dell’umanità dai culti primordiali alla formazione delle religioni e alla loro costituzione in forme istituzionali.

Ho trasferito nella mia casa quel santuario della conoscenza che apparteneva a mio padre dacché oggi posseggo circa l’intera sua biblioteca a cui si sono aggiunti i miei libri di studio e di ricerca. Questo è il luogo privilegiato del mio lavoro nel quale sento ancora il fascino di quel sapere che si lascia avvertire racchiuso nei testi e che mi rivela spesso la dimensione dei miei limiti. Scrivo da sempre. E si sa la mente dello scrittore è piena di forme misteriose che tendono ad assumere sempre maggiore evidenza fino a voler fuoriuscire con forza dalla mente; perché ciò che aspira a perdurare tende a staccarsi da quanto è fragile e caduco nel timore che la corsa del tempo gli impedisca di vedere la luce Così sono nati i miei saggi:

  • “Il problema religioso in Emanuele Severino”
  • “L’essere umano e il Sacro – L’alba dell’uomo” Premiato a Cagliari per la saggistica col Premio “Mercede Mundula.

Poi il mio pensiero ha voluto indagare l’intimità dell’animo umano alla ricerca del senso della nostra quotidianità di viandanti della terra e del mistero di quell’ “oltre” a noi ignoto che intuiamo delinearsi alla fine del nostro percorso storico. Nell’analisi di questo intimo scrigno ho incontrato le inquietudini, i dubbi che la pura razionalità non appaga,l’amarezza per la precarietà della vita, l’angoscia del nulla; ma anche la generosa e disarmata apertura dell’io all’altro da se nel rapporto amicale con tutto il carico di fame di aiuto, di vicinanza, e il fuoco della passione nello struggimento dell’incontro d’amore, e infine l’avidità, l’odio che giunge fino all’estremo limite di appagarsi nel sangue. L’animo umano può riservare meravigliose sorprese ma a volte anche inconfessabili deliri. Hanno avuto origine da queste suggestioni i miei romanzi.